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Wheat Ridge, Colorado Ottobre 16, 2010.
Oggi, il 16 Ottobre del 1936 per me e' un giorno indimenticabile, il mio caro padre, allora un emigrante negli Stati Uniti decise che io e mia madrigna Maria Stella Di Gialloardo di lasciar dietro il nostro paese nativo" Cansano" ed emigrare per giungere lui, allora gia' qui'in uno strano paesello del nome: Lafayette, Colorado. E cosi'dopo l,imbarco sulla nostra nave "Saturnia" nel porto di Napoli ed una breve visita a vari porti: Palermo, Algeri, Lisbona e l'Azorre, cominciamo a galleggiare un Atlantico non tanto pacifico e dopo quindici giorni di vomiti, finalmente: Hello New York!.Mio padre aveva gia preparato un ricevimento con un albergo Italo-Americano, il quale dopo una serata li', ci preparo' una varieta' di panini ed alcuni con gli alici. Siccome che da New York a Denver, in quei tempi, ci vollero tre giorni di treno. Non puo' immaginare come eravami quasi morti di sete, perche' non sapevamo dove prendere l'acqua da bere, nessuno su quel treno comprendeva il nostro Italiano, finalmente osservando gli altri passeggeri, dopo un giorno, trovo' il gabinetto dove c'era l'acqua da bere che ci salvo' una morta assetata. Nel arrivo a Denver ci aspettava mio padre con un suo amico paesano che portava una vecchia macchina, un uomo assai scherzevole, a volte quando veniva con noi in caccia per i conigli mi domandava: "Eh, ma non vedi i lepri, che sei sordo?. Credo che lui era lo zio del diletto Luigi Figurilli a parte della sua madre. Comunnque dopo un pranzo di pasta appena fuore di Denver, in uno ristorante di nome Staffieri seguemmo verso Lafayette, la quale adesso e' una piccola citta' ma in quei tempi era una piccola borgata, una specie di campo minerario.
Che sorpresa!. Appena vidi quelle malandate casette di legnamo con medesemi marciapiedi e i gabinetti fuori, al di la dei giardini, se avesso potuto nuotare l'Atlantico, sicuramente ritornavo al mio Cansano. Non c'era lavoro per tutti a causa di una dipressione economica e niente in casa da mangiare, bisognava giornalmente di andare ai negozi a comprare le necessita', e di piu'tutto a credito. Si pagava per la compra ogni quindicina quando mio padre riceveva la paga dalla miniera, che in quei tempi era qualche dieci dollari per due giorni di lavoro.
Fortunatamente che la mia madrigna sapeva fare fettuccini casaricci uniti con carni di conigli salvaggi e birra fatta in casa da mio padre, cosi' andiamo avanti fino al principio della seconda guerra mondiale.
Ma piano, piano dopo due anni nel C.C.C. e tre anni nel militare durante la guerra, mi innamoro' di questa nouva Patria.
Adesso, tutto va bene soltanto che sono sorpreso di questa stupita ira da Nativi Indiani verso noi Italo-Americani qui'in Denver, Colorado. Mio padre dall'eta' di dodici anni fino alla quarantina abito' tra loro in Gallup, New Mexico ed era un amante di loro, di fatti io da ragazzo quando ricevevo quelle colorite cartoline da mio padre con gli Indiani vestiti con plume e con loro tamburri, le stipava come fossero d'oro.
Oggi, qui'in Denver durante 364 giorni l'anno gli Indiani sono i nostri amici, perche'hanno bisogno del nostro aiuto, si lagnano che i loro figli vivono tra scorpioni e vipere, bevono acqua pollutata e non hanno da mangiare e vestimenti. Pero' il 365 nquesimo giorno dell'anno, cioe' il 12 di Ottobre diventono i nostri piu' maledetti nemici. Durante quest'ultimi dodici anni, noi Italo-Americani non possiamo concludere una parada in honore di Colombo senza il loro protesto ed interferenza. La citta' di Denver per proteggere noi Italo-Americani e' costretta a spendere milioni di dollari per fornire barricate per le vie ed impiegare soprapiu' centinaia di polizziotti.
Non e' bugia, quest'anno la parada doveva durare quattro ora, invece fini' dopo quaranta minuti. Come si vede questa stupita protesta sta affettando il popolo Italo-Americano. Nel Centro Civico di Denver c'e una piccala lapida in honore di Colombo ed ogni anno viene disonorata con sangue e vernice rosse dagl'Indiani. Di piu abbiamo centinaia e centinaia di studenti da varie Universita' che sono in accordo con loro, pero'nessuno di loro ritorna
ai paesi dei suoi antenati per ritornare la loro propieta' agl'Indiani.
Credono che la colpa e' di Colombo per le famose riserve nell'ovest. I presidenti Italiani sono colpevoli per rompere i trattati. La cavalleria Italiana scaccio' gli Indiani da terre fertile. Colombo lascio' i palazzi di Genova perche' preferiva di abitare sotto le tente di pali incrociati e coperte con cuoi di animali. E' vero Colombo stanco di mangiare fettuccini al pesto aveva una voglia per torte battute con sassi.
Che vergogna! Siamo qui'negli Stati Uniti, centro di civilta'.
Per la imbecillanza, non reallizzano che per migliaia di noi non ci frega dell'incontro o scontro, noi honoriamo
Colombo perche'fu l'unico di navigare gli oceani e tornare dietro sano e salvo. Cerchero' di accludere la parada di quest'anno e la famosa dell 2007.Ciao. Salvatore Di Camillo